Sanità e coalizioni. Tutti i punti per la difesa del sistema pubblico
Sull'accesso pubblico alle cure tutti d'accordo a 24ore dall'esito della elezioni politiche
Tra meno di 24ore si conoscerano gli esiti delle elezioni politiche. Sui temi della sanità i programmi delle coalizioni sono rimasti sul generico, probabilmente a causa degli effetti ancora 'troppo caldi'
delle misure finanziarie di contenimento dei costi nel settore (Riforma Balduzzi).
Su un punto chiave le coalizioni si ritrovano: la difesa del Servizio sanitario nazionale. Tutti d'accordo nel ritenere imprescindibile la difesa dell'accesso gratuito e per tutti dei servizi sanitari, ma con modalità di attuazione di questa difesa abbastanza variegate.
Per il PD non si potranno essere ulteriori tagli e nuovi ticket, anzi ci si propone nel biennio di conseguire l’obiettivo di eliminare o ridurre il ticket sulle visite specialistiche, prendendo i soldi dai tagli alle consulenze nella sanità pubblica: Tra i punti salienti un piano di rinnovamento tecnologico e strutturale degli ospedali e la riforma delle nomine delle nomine dei dirigenti del servizio sanitario nazionale, oggi effettuata su base politica.
Per il PDL, come si legge sul programma «i costi per i beni e i servizi, ivi compreso il costo per il personale, in tutte le regioni e gli enti pubblici, devono essere quelli relativi al valore più basso (costi standard)». Su questo principio dei costi standard si ritiene possibile una vera e propria rivoluzione, come dichiara Capezzone, oltre la spending review, in modo che non accada che vi siano zone del paese, ad esempio, dove una siringa costa molte volte più che in altre zone».
Per la lista SCELTA CIVICA guidata da Monti, si dovrà avviare un piano straordinario per la costruzione di 34 nuovi ospedali, soprattutto al Sud, che andranno a sostituire strutture ormai obsolete e costosissime per la manutenzione, oltre che una riforma dei ticket che renda la compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria più equa, trasparente e omogenea.
Per SEL, rappresentata da Vendola si tratterà di operare una riforma radicale dell'esistente, di «cambiare il welfare. Lo Stato sociale non è un costo. Reddito minimo garantito di 600 euro al mese per chi non lavora. No ai tagli, la sanità pubblica è una priorità della democrazia». Sulle proposte sulla Sanità, in realtà non vengono affrontati temi specifici.
Per il MOVIMENTO 5 STELLE (M5S) occorrerà «garantire l’accesso alle prestazioni essenziali del Ssn universale e gratuito, istituire ticket proporzionali al reddito per le prestazioni non essenziali». Inoltre: «Promuovere l’uso di farmaci generici e meno costosi, separare le carriere dei medici pubblici e privati e non consentire a un medico che lavora nel pubblico di operare nel privato, incentivare la permanenza dei medici nel pubblico». M5S, si spinge più in là riguardo alla semplice critica delle medicina difensiva, proponendo l’introduzione del «reato di strage per danni causati dalle politiche locali e nazionali che comportano malattie e decessi nei cittadini nei confronti degli amministratori pubblici».
Per RIVOLUZIONE CIVILE, guidata da Antonio Ingroia occorrerà «rafforzare il sistema sanitario pubblico e universale ed un piano per la non-autosufficienza».