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Diabete e patologie endocrine: in Sicilia una rete solida per un’assistenza più vicina ai cittadini
Nel futuro dell’endocrinologia non basteranno macchine più intelligenti se le relazioni continueranno a indebolirsi. La cura funziona davvero quando medico e paziente riescono a camminare nella stessa direzione. Con questo spirito endocrinologi, diabetologi, ricercatori e giovani specialisti si sono confrontati su innovazione, comunicazione clinica e futuro dell’assistenza endocrino-metabolica durante il congresso regionale dell’Associazione medici endocrinologi (AME) Sicilia 2025, che si è svolto a Palermo dal 27 al 29 novembre. Un appuntamento che arriva in un momento cruciale, segnato dall’ingresso dell’intelligenza artificiale nei percorsi di cura, dall’evoluzione delle terapie e dalla necessità di rafforzare il rapporto medico-paziente e la rete regionale.
"In ambito endocrinologico e metabolico, in Sicilia abbiamo professionalità solide. Non è necessario che i pazienti affrontino viaggi della speranza", ha detto Carlo Casile, referente regionale AME Sicilia e responsabile scientifico del congresso. "Durante il congresso abbiamo affrontato temi cruciali come l’innovazione tecnologica, l’evoluzione farmacologica e l’ingresso dell’intelligenza artificiale nei percorsi di cura, tutti ambiti che richiedevano un approccio responsabile e regolato. Un’attenzione particolare è stata dedicata anche ai giovani endocrinologi, che rappresentavano quasi la metà dei nostri soci e che abbiamo voluto valorizzare, dai casi clinici alla comunicazione".
Nel corso della tre giorni, ampio spazio è stato dedicato anche alla comunicazione perché "è parte essenziale dell’alleanza terapeutica – come ha sottolineato Vincenzo De Geronimo, coordinatore della Commissione Farmaci AME e responsabile scientifico del congresso – comunicare bene significa anche mantenere empatia nei momenti difficili, è un processo bilaterale e continuo. Quando crediamo di non comunicare, lo stiamo già facendo e acquisire le giuste competenze fin dall’inizio aiuta ad accogliere le persone e a costruire una cura condivisa".
"La Sicilia soffre di alcune criticità tipiche del Servizio sanitario nazionale: carenza di medici, molti dei quali scelgono il privato o lasciano l’Isola, minori opportunità di cura e un forte divario tra costi reali e risorse disponibili", ha spiegato Piernicola Garofalo, specialista in Endocrinologia e presidente onorario del congresso. "Inoltre, dal 2007 siamo in piano di rientro e questo irrigidisce i bilanci, mentre dobbiamo comunque garantire prestazioni innovative e spesso onerose. Attendiamo il nuovo Piano sanitario regionale, che potrebbe ridisegnare in modo più efficace i servizi sul territorio e negli ospedali. La popolazione è cambiata: è più anziana, più informata e, non trovando risposte adeguate, molti scelgono di curarsi altrove, alimentando la migrazione sanitaria. La digitalizzazione avanza lentamente: solo un quarto dei siciliani ha attivato il Fascicolo sanitario elettronico e restano aperte questioni cruciali, come il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza e l’attuazione dei Percorsi diagnostico terapeutici assistenziali, che spesso rimangono sulla carta".
In ambito endocrino-diabetologico "c’è ancora molta strada da percorrere, ma su alcuni fronti, come i dispositivi per il monitoraggio domiciliare del diabete, siamo più avanti grazie all’impegno di pochi colleghi", ha puntualizzato Garofalo. "Abbiamo comunque un’offerta sanitaria articolata sull’intero territorio e abbiamo costruito una rete endocrino-metabolica regionale realmente integrata, accessibile ai cittadini indipendentemente dal luogo in cui richiedono assistenza. Proprio per questo, durante le tre giornate, l’obiettivo non è stato soltanto aggiornare i professionisti, ma creare un vero spazio di confronto, un contesto in cui condividere buone pratiche, affrontare le criticità e immaginare insieme una sanità capace di accompagnare davvero le persone nella vita di ogni giorno".