Riparato il nervo ottico nei topi, registrato il recupero parziale della vista
Ricerca
ROMA. Topolini col nervo ottico lesionato hanno recuperato
parzialmente la vista grazie a una terapia sperimentale
tripla ideata da ricercatori del Children's Hospital di Boston.
Pubblicato sulla rivista PNAS, lo studio dà la dimostrazione
di principio che un giorno anche danni al nervo ottico che oggi
compromettono irrimediabilmente la vista (ad esempio nel
glaucoma) potrebbero essere curati stimolando la rigenerazione
delle fibre nervose del nervo. Più in generale, spiega Larry
Benowitz, lo studio mostra che la riparazione delle fibre
nel sistema nervoso centrale è possibile anche nell'animale
adulto. La ricerca ha coinvolto anche l'italiana Michela
Fagiolini.
"E' da anni che studiamo la rigenerazione del nervo ottico -
spiega Benowitz - come modello sperimentale della rigenerazione
nel sistema nervoso centrale. Nel corso degli anni abbiamo
scoperto per caso tre modi di stimolare la rigenerazione delle
fibre nervose del nervo; in questo studio abbiamo visto che
mettendo insieme questi tre metodi si ha una risposta sinergica
enorme".
Il nervo ottico è un fascio di fibre nervose che convoglia
al cervello gli stimoli ricevuti dalla retina. Se il nervo
ottico è danneggiato la vista può essere ridotta o persa.
Gli esperti hanno stimolato nelle cellule retiniche che
formano la base del nervo ottico (gangliari) la produzione di
una molecola da loro a lungo studiata (oncomodulina) e di altri
fattori di crescita attraverso la somministrazione di un
farmaco; hanno accresciuto l'azione dell'oncomodulina agendo sul
suo recettore; infine hanno eliminato il gene Pten (un
oncosoppressore). Tutto ciò ha fatto decollare la rigenerazione
del nervo ottico; le nuove fibre si sono allungate in modo
ordinato permettendo il recupero parziale della visione. Siamo
lontani da applicazioni cliniche, conclude Benowitz, ma questo
risultato mostra la possibilità di riparare il nervo ottico nei
pazienti.