Il farmaco generico per il trattamento delle malattie neurologiche
''Un convegno importante, che illumina da una prospettiva differente il ruolo che il farmaco equivalente può e deve avere nel contribuire non soltanto alla sostenibilità economica dell’assistenza farmaceutica, ma anche al suo miglioramento, per questo ringrazio l’Istituto Neurologico Carlo Besta per averci affiancato nell’organizzazione di questo momento di studio e confronto”. E' quanto ha dichiarato il presidente di AssoGenerici, Enrique Häusermann, al termine del Convegno promosso dall’IRCCS “Il farmaco generico per il trattamento delle malattie neurologiche” , che si è svolto ieri a Milano.
La prima parte del Convegno ha visto la partecipazione di Silvio Garattini, Paola Minghetti, Enrico Magni. In particolare le relazioni hanno evidenziato gli elementi di bioequivalenza nei farmaci impiegati dal neurologo.
Nella seconda parte, è stata invece al centro dei lavori la neurologia come banco di prova importante per valutare le potenzialità degli equivalenti. ''Le patologie del sistema nervoso centrale hanno un primato di cronicità, comportano spesso gravi disabilità e pur contando su terapie efficienti nel ridurre i sintomi, non conoscono terapie efficaci nella risoluzione della malattia. Di qui la necessità anche di ridurre i costi” ha dichiarato il professor Ferdinando Cornelio, responsabile scientifico della Fondazione Besta.
Dal confronto delle esperienze dei medici del Besta emerge anche, come ha evidenziato Renato Mantegazza, Responsabile Scientifico Servizio di Ricerca e Sviluppo Clinico, la buona potenzialità del generico. ''Oggi al ricercatore si prospetta la necessità di studiare la possibilità di nuove indicazioni terapeutiche per farmaci già noti – ha detto Montegazza -, emblematico il caso delle statine nel trattamento della sclerosi multipla; la disponibilità degli equivalenti, altrettanto sicuri e meno costosi, permette di ridurre le risorse necessarie a condurre gli studi in aree oggi svantaggiate dal punto di vista terapeutico quali la neurodegenerazione, la neuroprotezione e la neuroimmunologia. Il farmaco equivalente permette di ridurre le disuguaglianze nell’accesso alle terapie che ancora sono alla base della disabilità di molti pazienti neurologici”.