Vigilia dell'anno nuov:o a rischio i contratti a tempo determinato del personale sanitario
L'allarme lanciato dalla Cgil Medici e dall'Anaao Assomed
In prossimità dell'ultimo dell'anno sono previsti tagli e precariato nel settore medico e infermieristico. I lavoratori a tempo determinato nel servizio sanitario nazionale ammonterebbero, secondo i dati ufficiali appena pubblicati dal Tesoro, a 29.500; 35 mila considerando anche i contratti atipici. In tutto il 4% circa del personale a tempo indeterminato (680 mila dipendenti in carico nell'Ssn). I contratti atipici a causa dell'esternalizzazione dei servizi sono notevolmente aumentati rispetto agli anni passati. L'allarme posti di lavoro e indebolimento dei servizi ai cittadini è stato lanciato dalla Nidil-Cgil (Nuove identità di lavoro, il sindacato dei lavoratori atipici).
Le conseguenze del mancato rinnovo dei contratti doverebbero farsi sentire secondo la Cgil Medici a metà del 2013, colpendo in misura straordinaria l'area dell'emergenza-urgenza, con particolare ricaduta sui servizi di 118 e di pronto soccorso.
Massimo Cozza, segretario del sindacato medici della Cgil, parla di ''miscela esplosiva''. Il miliardo di tagli nel settore della sanità pubblica mette in discussione percorsi lavorativi ''che invece andavano stabilizzati''. La riduzione delle risorse colpisce i lavoratori e il patto per la salute e ''rischia di far pagare il conto proprio al personale e in particolare ai precari''.
Secondo Cozza, che sfodera i conti della ragioneria dello stato, i tagli hanno già colpito dal 2009 al 2011 in tutto 3.360 medici e dal 2010 al 2011 altri 1.741 medici. Dal 2010 al 2011 sono stati tagliati anche 100 medici a tempo determinato dei complessivi 7.240, per lo più donne.
Stessa valutazione da parte dell'Anaao Assomed. Secondo Costantino Troise, segretario nazionale ''esistono strumenti legislativi per prorogare i contratti in scadenza fino a luglio, ma questa è una possibilità e non un automatismo. Il prossimo anno il Servizio sanitario nazionale sarà vittima di una nuova stretta e si stima che ci sarà un differenziale fra spesa prevista e fabbisogno di 14 miliardi: i primi a correre il rischio saranno proprio coloro che hanno un contratto in scadenza. C'è un problema di sostenibilità reale da ora al 2015''.