Monti e l'idea della difficile sostenibilità del sistema sanitario
Dure le polemiche sulla dichiarazione espressa dal Premier oggi a Palermo
Il Presidente Monti oggi non poteva essere più chiaro e lapidario, ma avrebbe dovuto scegliere un momento più felice per una dichiarazione così delicata sulla sanità. Intervenendo in collegamento a Palermo durante l’inaugurazione del centro biomedico della fondazione Ri.Med (il centro è stato istituito nel 2006 da una partnership internazionale fra governo italiano, Regione Sicilia, Cnr, University of Pittsburgh e University of Pittsburgh Medical Center, ndr) ha dichiarato che il nostro sistema sanitario italiano è a rischio. Soluzioni fattibili si intravedono solo individuando ''nuove modalità di finanziamento''. Della sanità il governo rimane però ''un prezioso alleato'' ma la crisi che ha colpito l'Italia è grave e ''il comparto medico non è stato esente né immune''.
Dura la reazione dei sindacati di categoria. ''Il premier Mario Monti non può permettersi certe preoccupazioni sulla sostenibilità del sistema sanitario nazionale dopo averlo ridotto all’osso. Se il Governo ha intenzione di privatizzare, come denunciamo da mesi, lo dica. Noi lo combatteremo. Ma non può affamare la bestia per poi svenderla''. E' quanto si legge in una nota congiunta di Cecilia Taranto, segretaria Nazionale Fp-Cgil e Massimo Cozza, segretario nazionale della Fp-Cgil Medici. '''La privatizzazione della sanità – continuano i due sindacalisti della Cgil – è già in corso. Vengono tagliati posti letto e servizi ospedalieri, senza potenziare i presidi sul territorio, mentre si operano tagli davvero intollerabili di cui Monti sembra accorgersi solo adesso. Vengono bloccati contratti e retribuzioni per colpire il personale, i precari vengono licenziati in modo scientifico, per indebolire ulteriormente il servizio in assenza di turn over. Se si aggiunge il costo dei ticket che inizia a rendere sconveniente il servizio sanitario nazionale il gioco è quasi fatto. Così si stanno condannando i ceti meno abbienti. Noi continueremo a combattere questa deriva per difendere il diritto alla salute di tutti cittadini, come già fatto a Roma con il grande corteo del 27 ottobre. Come dicemmo all’epoca, di tagli si può morire''.
''Che il nostro sistema sanitario vada riformato, se vogliamo garantire, anche in futuro, la qualità e il numero delle prestazioni, è indubbiamente vero. Ma se qualcosa va cambiato, non sono le modalità di finanziamento, piuttosto il modo di investire le risorse. Abbiamo alle spalle decenni di malagestione, sprechi, interferenze politiche nelle nomine e negli appalti: su questo bisogna intervenire. Ribadiamo la convinzione che la sanità debba restare pubblica, per garantire a tutti i cittadini il diritto alla tutela della salute, come sancito dall’art.32 della nostra Costituzione.'' E’ quanto ha invece dichiarato l’on. Antonio Palagiano, Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari e responsabile sanità Idv, in merito alla dichiarazione del premier.
Per Bersani bisogna garantire la sanità pubblica.''Le difficoltà saranno gravi - dichiara - ma io non mollo sul sistema universalistico''. Per il leader del Pd in corsa al ballottaggio per la candidatura a futuro premier ''serve una riflessione sul sistema per introdurre migliori pratiche, ma i tagli lineari non vanno bene. Se arriviamo a un punto in cui ci sono due sanità, per chi ha più e per chi ha meno, siamo al disastro non solo sociale ma anche economico. Penso di essere un po’ più ottimista di Monti, ma va bene che ci sia qualcuno che ritiene necessario il sistema universalistico. Il concetto basico davanti a problemi come la salute è che non c’è né povero né ricco, si deve procedere con pragmatismo ma senza derogare da quel principio perché altrimenti andiamo fuori strada completamente''.