TOTI AMATO “LA PROFESSIONE MEDICA E' SCIENZA E COSCIENZA, NON PROFITTO. TESTO EMENDATO DELLA RIFORMA ORDINISTICA E' IRRICEVIBILE”
“Alcune delle forze politiche forse non hanno ben capito che tra razionalizzazione della spesa sanitaria, autonomia ordinistica dei medici e liberalizzazione del 'mercato' delle professioni sanitarie, c'è un diritto insopprimibile: la tutela della salute cittadini. Un diritto costituzionale che passa dal riconoscimento di quel grande valore etico nella società di un'intera storia tradizione medica e che fino ad oggi è stato possibile garantire alla popolazione grazie ai principi ispiratori e irrinunciabili di scienza e coscienza, autonomia e indipendenza della professione soggetti all'autoregolamentazione di un Ordine professionale, garante dell'applicazione di questi due principi fondanti”. E' con queste parole che il presidente dell'Ordine provinciale dei medici di Palermo, Toti Amato, stigmatizza le modifiche apportate dalla Commisione Affari sociali al disegno di legge della riforma ordinistica approvata dal Senato. In pieno accordo con la mozione del Consiglio nazionale della Federazione nazionale (Fnomceo) che ha bocciato all'unanimità il testo emendato.
“La politica deve uscire dalla sanità – dice Amato - . La manovra dei politici è di entrare a gamba tesa anche sui regolamenti dell'istituzione ordinistica, a partire dalle elezioni dei suoi vertici, senza modificarne la legge istitutiva. Senza avere un quadro organico della riforma, si continua a delegittimare una professione con interventi posticci e criptici, in cui perfino la parola 'medico' è scomparsa a favore di un generico e fuorviante “esercente” sanitario”.
“Che ben vengano – continua il presidente dell'Omceo - nuove misure capaci di snellire le procedure per favorire la partecipazione al voto degli iscritti, ma le proposte che avanzano produrranno solo caos”.
“Ad esempio – spiega Amato – la proposta di esonerare i medici ospedalieri dipendenti dal contributo annuale, che fino ad oggi hanno conferito al proprio Ordine, è un'idea impraticabile, messa a punto solo per minare la compattezza di un'intera categoria e raggiungere il solo obiettivo del profitto. Se ciò accadesse, i medici ospedalieri non avrebbero più il loro riferimento etico di scienza e coscienza e verrebbe meno la tutela del proprio Ordine nei confronti dei vertici aziendali (ricordiamo, di nomina politica e vincolati da obiettivi di natura finanziaria e non clinica) a scapito della qualità delle loro prestazioni. A farne le spese, come sempre, sarebbe la salute dei cittadini”.
“Così come è inaccettabile l'emendamento che propone elezioni ordinistiche negli ospedali solo per i professionisti dipendenti. Sarebbe come declassare tutti gli altri medici, costretti a percorrere molti chilometri per andare a votare. Oltre al fatto che si dovrebbero allestire seggi elettorali in tutti gli ospedali italiani, con costi insostenibili a carico degli Ordini, quindi degli iscritti”.
“Mettendo insieme le due proposte – sottolinea Toti Amato - le probabilità di intromissione della politica nella sanità aumenterebbero vistosamente. Come detto, infatti, spetta alla politica la nomina dei direttori generali delle Asl. Se gli ospedalieri dovessero perdere il 'faro' dei principi di scienza e coscienza, sulla cui applicazione è proprio l'istituzione ordinistica a vigilare, il primo pericolo dietro l'angolo sono professionisti in carriera con meno diritti e meriti di altri”.
“Assurda anche l'idea del voto on line – ribatte ancora il presidente dell'Omceo - nell'ambito di una professione così delicata che tocca la salute pubblica. Sappiamo bene quanto sia debole e facilmente influenzabile il web, basta una bufala per sconfessare un'elezione. E' questo l'asset democratico del nuovo sistema ordinistico che si vuole costruire e che ci si aspetta dopo quasi settant'anni di dibattito?”
“Il testo emendato della riforma è un atto irriguardoso, fuorviante e indecoroso. Lo Stato deve fare una scelta di campo funzionale ed etica. Bisogna recuperare il valore della salute dei cittadini e quello di una professione che da sempre la tutela e la persegue. E' ora di smettere di pensare in meri termini di profitto”, afferma Amato. Che conclude: “Si vuole consumare l’ennesima beffa a danno della professione medica, che ha bisogno invece di essere rilanciata e di riconquistare quella dignità e quel reale peso sociale che le spettano dopo anni di mortificazione. L'ennesimo tentativo di trasformare, non tanto in sussidiario quanto in ancillare, il ruolo ausiliario che ha sempre avuto l'istituzione ordinistica, confinando i medici in esercenti della sanità e meri gestori di albi, è indecoroso”.
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Redazione Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Palermo