Uno universitario europeo non deve ripetere il test d'ammissione per frequentare un Ateneo italiano
Sentenza del Tar
CAGLIARI. Uno studente belga al secondo anno del corso di studi
in Medicina, che vuole trasferirsi in Italia
con la sua famiglia, può continuare la propria carriera
accademica nel nostro Paese. Lo ha stabilito una sentenza del
Tar di Cagliari che ha dato torto al Ministero dell'Istruzione
italiano, secondo il quale l'iscritto avrebbe dovuto sostenere e
superare il test di ammissione.
Per il Tar "il sistema nazionale deve consentire anche
l'accoglienza - in corso di studi - di studenti che hanno svolto
un periodo universitario in altra analoga università europea,
previo espletamento della prova di ingresso (articolata secondo
l'ordinamento locale), come nel caso di specie si afferma
compiuto dalla ricorrente a Bruxelles. E non può impedirsi la
mobilità sul territorio Ue".
Dare agli studenti l'onere di sottoporsi di nuovo ad un test
di ammissione "concretizza - scrivono i giudici - un ostacolo
al principio definito dal Trattato, espressamente rivolto ad
incentivare il riconoscimento dei periodi di studio svolti
all'estero".
"Si tratta - commentano gli avvocati Michele Bonetti e Santi
Delia - di una importantissima decisione dei giudici
cagliaritani che apre le porte al nuovo mercato comunitario
degli studi e del sapere. In un momento di assai nota
difficoltà congiunturale è fondamentale che con sempre più
forza vengano riaffermati i principi cardine del Trattato di
Roma ed esplorate nuove opportunità di sviluppo e crescita per
i giovani". (ANSA).