"Falsificò dati sull'Alzheimer per ottenere fondi", ricercatrice a giudizio
Harvard Medical School
MILANO. Un processo per frode scuote la prestigiosa facoltà di
medicina di Harvard. Due policlinici universitari dell'ateneo
e una famosa ricercatrice che si occupa di Alzheimer sono
accusati di aver usato dati falsificati per ottenere 15 milioni
di dollari come fondi dal governo per le loro ricerche. Una
corte d'appello federale ha deciso che il tribunale di primo
grado ha sbagliato quando ha archiviato il caso, dando così il
via al processo.
Ad essere accusata di aver manipolato dati, che erano
insignificanti, è Marilyn Albert, ex professore di psichiatria
dell'Harvard Medical School e del Massachusetts General
Hospital, dove stava conducendo la sua ricerca. Il Brigham and
Women's Hospital, che ha collaborato allo studio, è uno degli
altri imputati del caso. Il processo era iniziato nel 2006 in
base al False Claims Act, una legge federale vecchia 150 anni,
progettata per far recuperare fondi governativi di cui ci si è
appropriati con frode. E' la prima volta che un processo
relativo a una presunta frode scientifica viene consentito in
base al False Claims Act. Il caso era stato archiviato in primo
grado 3 giorni prima che andasse a processo. Se gli imputati
saranno ritenuti colpevoli, dovranno pagare 45 milioni di
dollari al governo americano.
I due ospedali sono sicuri che i ricercatori abbiano agito
in modo appropriato e secondo i più alti standard scientifici
di integrità. La ricerca in questione era parte di uno studio
sulla struttura del cervello e come si evolve in chi ha
l'Alzheimer. Albert sperava di prevedere, con anni di anticipo,
chi avrebbe sviluppato la malattia misurando determinate aree
cerebrali. I risultati della ricerca erano stati pubblicati nel
2000 sulla rivista 'Annals of Neurology' e mostravano che il
volume di alcune parti del cervello diminuivano nelle persone
malate. Secondo l'accusa, i ricercatori avrebbero alterato le
misure iniziali per provare la loro ipotesi e la Corte d'appello
non ha ritenuto che la questione dovesse rimanere solo in ambito
scientifico.